Banda Ultra Larga aumenta la resilienza del territorio!
Intervista con il dott. Stefano Besseghini, presidente di RSE (Ricerche sul Sistema Energetico)
Lo scorso 8 gennaio si è avviata alla presenza di Claudia Maria Terzi, Assessore all’Ambiente e Reti di Regione Lombardia, la banda ultra larga nel comune di Tirano.
E’ stata l’occasione per aprire un confronto politico e tecnico sul ruolo che l’introduzione della Banda Ultra Larga- BUL può giocare nello sviluppo di un territorio, soprattutto se situato in area periferica e montana.
Dedichiamo l’editoriale di febbraio ad approfondire il tema con il dott. Stefano Besseghini, presidente di RSE (Ricerche sul Sistema Energetico).
Domanda 1: E’ in atto un cambio di paradigma nelle comunicazioni, dal modello Fiber to the Cabinet – FTTC al Fiber to the Home – FTH. Ci può spiegare brevemente gli effetti di questo passaggio nella vita quotidiana?
Forse far riferimento ad un cambio di paradigma può far deporre per un eccesso di ottimismo. Penso che realisticamente in una prima fase il roll-out di servizi a banda larga possa “accontentarsi” del FTTC ma è indubbio che la frontiera immediatamente successiva sarà quella di portare direttamente la fibra nelle case.
È evidente che il primo beneficio è quello di avere una connessione più veloce; credo che il passaggio più importante sia il fatto di rinforzare, alzandolo il livello di resilienza di un territorio.
Avere fibra diffusa vuol dire poter garantire a qualunque servizio di ultimo miglio un rapido e prossimo accesso alle dorsali principali mettendo in condizioni un territorio di abilitare una più ampia gamma di servizi. Pensiamo ad un servizio di comunicazione turistica distribuita o a una video sorveglianza sarà possibile prescindere da una articolata struttura di ponti radio. Per l’utente finale il cambio di performance è certamente notevole.
Diciamo che mediamente dovremo avere su tutto il territorio di Tirano una velocità media di connessione dalle 7 alle 20 volte superiore a quella attualmente disponibile. Vi è anche un’altra importante differenza rispetto alla situazione attuale. I servizi in fibra permettono di elevare di molto il cosiddetto parametro di “upload”.
Quando ci connettiamo ad internet noi in realtà attiviamo una comunicazione bidirezionale nel corso della quale scarichiamo dati (download) e carichiamo anche in maniera più o meno consapevole (upload). Tanto più le due velocità sono simili tanto più sarà possibile usare servizi in cui l’utente non è solo utente passivo della rete ma contribuisce in maniera diretta. I servizi di videoconferenza ne sono un esempio eclatante ma un mondo che si rende accessibile per le nostre aziende è, ad esempio, quello dei servizi in cloud. Non solo sarà possibile scaricare facilmente ed in maniera affidabile grandi moli di dati, sarà possibile anche caricarli su server remoti per motivi di sicurezza o condivisione con altrettanta velocità.
Domanda 2: A che cosa può servire concretamente l’avvio della BUL in un contesto periferico, quale ad esempio quello di Tirano? In particolare Internet off things e machine to machine cosa possono permettere agli stakeholder di un dato territorio?
Questa è una grande domanda e penso che osservare con attenzione l’evoluzione di Tirano nei prossimi anni per vedere cosa sarà abilitato da questa infrastruttura sia una piccolo esperimento economico e sociale che sarà interessante svolgere. Le tecnologie cui far riferimento, l’internet delle cose e le comunicazioni automatiche tra apparecchiature (M2M) rappresentano la nuova frontiera di “utenti” internet. Soggetti inanimati che comunicheranno tra di loro in maniera trasparente all’utente finale per permettere di realizzare servizi che siano autonomamente consapevoli del contesto in cui si trovano ad operare e delle necessità dell’utente. La presenza di una infrastruttura di collegamento distribuita e robusta ha evidentemente un importante ruolo in questo senso. Penso però anche a quanto la disponibilità di connessione può influire su un turismo delle seconde case come quello che caratterizza la nostra valle. La possibilità di collegarsi in maniera efficace con la propria dimensione aziendale nella sua accezione più ampia può portare a considerare l’estensione del fine settimana diminuendo il commuting.
Domanda 3: La BUL come lei ha accennato durante l’inaugurazione è una condizione necessaria ma non sufficiente. A che cosa si riferiva?
Esattamente al valore abilitante che ha la infrastruttura che però da sola non è in grado di cambiare il profilo di sviluppo di un territorio. La componente ineludibile che vi si deve affiancare è quella di iniziative che promuovano una cultura digitale diffusa. E’ necessario che gli utenti siano consapevoli delle possibilità che offre e si attivino per creare servizi e prodotti che ne incorporino le potenzialità. Si tratta di un percorso essenzialmente di crescita culturale che, evidentemente, è l’altra dimensione (fondamentale) della crescita di una comunità.
Penso con poca originalità al turismo ma anche alla agricoltura o alla protezione idrogeologica, contesti in cui reti di sensori, sistemi di interazione con una comunità più ampia possono permettere di cogliere occasioni altrimenti inaccessibili. Per permettere di sviluppare queste iniziative è però necessario che nascano gruppi di interesse e di lavoro che diventino portatori dei relativi interessi economici e degli investimenti connessi.
E’ un percorso non nuovo e possiamo guardare anche ad altri esempi in giro per l’Europa. Il più vicino a noi è forse il programma di connessione a banda ultralarga delle regioni rurali dell’Irlanda. Il programma che è in fase di roll-out da parte di openEIR dovrebbe essere studiato con qualche attenzione. L’ambizione è quella di portare la fibra nelle case (quindi il modello fiber to the home) nelle zone rurali di Irlanda. In ossequio a quanto stiamo dicendo il programma è accompagnato da una intensa attività di comunicazione e di supporto alla popolazione affinché colga le opportunità messe a disposizione dalla presenza della infrastruttura.
Scalando le dimensioni anche a Tirano dovremmo attivare qualcosa da analogo. Un prima proposta che c’è sul tavolo è questa di organizzare un hackathon nella prossima primavera. Potrebbe diventare un appuntamento fisso e contribuire a creare sensibilità ed attenzione attorno a questo tema. Si tratta ovviamente di iniziative che hanno nei giovani un naturale target di riferimento. Purtroppo un territorio come Tirano sconta una strutturale lontananza dai centri di produzione del sapere. Anche su questo aspetto la disponibilità di connessione può contribuire a migliorare la situazione. Se poi in prospettiva dovessimo ravvisare la necessità di realizzare spazi a supporto di nuove imprese che nascano nell’ecosistema dell’innovazione digitale potremmo veramente dire che la strada è quella giusta.
Domanda 4: In qualità di presidente di RSE che ruolo può svolgere la BUL nel comparto dell’energia, in riferimento particolare alle Fonti Rinnovabili e teleriscaldamento?
In questo settore credo che i sistemi energetici siano stati in qualche modo antesignani.
La presenza della rete di teleriscaldamento a biomassa della TCVVV ha sicuramente facilitato l’attivazione della banda ultra larga senza creare disagio ai cittadini e a costi ridotti. Un’esperienza che si potrà riproporre in altri comuni montani e rurali che dispongono di reti di teleriscaldamento a biomassa.
Le due parole d’ordine di questa fase storica sono ovviamente convergenza e automazione. Va da sé che la comunicazione opera come un fenomenale collante in grado di rendere l’integrazione di servizi diversi efficace ed efficiente. Penso a temi come il collegamento energia calore, il water-energy nexus così rilevante nel nostro territorio con un elevato potenziale idroelettrico ma anche e soprattutto alle possibilità di coinvolgimento dell’utente che la disponibilità di collegamento a banda larga è in grado di attivare.