Fiper: “No alla metanizzazione di 47 Comuni trentini. Bisogna puntare sull’energia pulita delle biomasse”

Il presidente di Fiper Walter Righini: “Riteniamo che sia necessario sfruttare fonti energetiche sostenibili come le biomasse legnose, ampiamente disponibili nella Provincia autonoma di Trento. In questo modo si favorisce un approvvigionamento energetico locale, in linea con la tutela dell’ambiente, creando reddito e occupazione “.

Trento – Il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha incontrato, stamattina, un gruppo di rappresentanti di aziende e associazioni del settore delle energie rinnovabili – tra cui anche Fiper – per confrontatasi sulla crisi energetica in corso, che sta avendo importanti ripercussioni economiche su cittadini e imprese trentine.

All’incontro hanno partecipato Mario Tonina, Assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione e Vicepresidente della Provincia di Trento, Achille Spinelli, Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro e rappresentanti di Fiper, Assoidroelettrica, Federidroelettrica, Bioenergiatrentino, Dolomiti Energia, Primiero Energia, Elettricità Futura, Confindustria.

Per Fiper, in particolare, erano presenti il presidente Walter Righini, il membro del Consiglio Direttivo Luigi Sartori (Anaunia) e l’associato Fiper Andrea Ventura (Bioenergia Fiemme).

Righini (presidente Fiper): “E’ necessario abbandonare la metanizzazione a favore di fonti energetiche sostenibili come le biomasse legnose”
Nel corso dell’incontro, il presidente di Fiper Walter Righini ha sottolineato, in particolare, il ruolo chiave delle biomasse legnose per affrontare la crisi energetica in corso. “Noi riteniamo – ha spiegato Righini – che nei 47 Comuni del Trentino Occidentale, della Val di Non, Val di Sole e Giudicarie sia necessario abbandonare i progetti di metanizzazione a favore di fonti energetiche sostenibili come le biomasse legnose, ampiamente disponibili nella Provincia autonoma di Trento. In questo modo, si favorisce un approvvigionamento energetico sostenibile e un’autonomia dalle importazioni di gas”.
“A ciò si aggiunge il fatto che le biomasse hanno dimostrato di essere una delle carte vincenti su cui il nostro Paese può puntare per affrontare in modo efficace il terremoto energetico scatenato dall’aumento dei prezzi dell’energia, una questione legata a doppio filo al conflitto tra Russia e Ucraina”, ha aggiunto Righini. “In base ai dati raccolti in 96 Comuni montani dotati di sistemi di teleriscaldamento a biomassa – tra cui ci sono anche alcuni Comuni trentini – è emerso come questi territori siano autonomi e indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili fossili sui mercati internazionali. Il modello locale di produzione-consumo di energia proveniente dai boschi circostanti si è dimostrato quindi efficace e ha permesso di creare reddito sul territorio”.

Qualche numero
Nel nostro Paese il complesso agroforestale energeticamente programmabile sarebbe in grado, se orientato opportunamente, di evitare l’importazione di almeno 13 mld di metri cubi di gas naturale, il tutto con una ricaduta finanziaria molto importante sul sistema economico nazionale. Si tratta, infatti, di un valore pari al 35/40% dell’importazione di gas dalla Russia registrata nel 2021, che oggi si traduce in 27-40 mld euro/anno.

Tra i punti sottolineati dal presidente Righini, nel suo intervento, c’è stato anche l’importanza di favorire lo sviluppo del biometano per i trasporti.