Graduatorie del bando sul teleriscaldamento, grande interesse da parte degli operatori, presentate 118 proposte. Righini, presidente FIPER: “Appello al Ministro Pichetto Fratin, servono più risorse”

Milano – Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato in data 24 dicembre le graduatorie dei progetti di teleriscaldamento efficiente finanziati con la misura 3.1 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR).

La dotazione finanziaria pari a 200 milioni di euro non è stata sufficiente a soddisfare le 118 domande presentate, che cubano in totale circa 550 milioni di euro. Il risultato è che di queste, ben 60 sono rimaste senza nessun tipo di contributo e solo 29 invece sono riuscite a rientrare nell’elenco dei progetti ammissibili e finanziabili. Le restanti 28 sono state ritenute non ammissibili per mancanza di documentazione o errori nella presentazione.

Apprezziamo che si sia avviato un bando di finanziamento specifico per il teleriscaldamento efficiente; tuttavia, se vogliamo davvero contribuire in maniera concreta e fattiva alla riduzione dell’uso dei fonti rinnovabili, serve uno sforzo maggiore” – dichiara il Presidente di Fiper Walter Righini. Conclude Righini: “Chiediamo al Ministro Pichetto Fratin di lavorare per identificare nuove risorse a supporto anche dei progetti ammissibili, che non hanno ottenuto il finanziamento in questo bando.  Ricordiamo che il governo tedesco su questa misura ha allocato 2,9 miliardi di euro. Sarebbe un segnale importante verso una vera transizione ecologica e un reale processo di affrancamento dall’approvvigionamento di gas da paesi stranieri”.

Rassegna stampa:
Sempione News 27/12/2022
Quotidiano Energia 27/12/2022
Green Report 27/12/2022
Rinnovabili.it 27/12/2022
Welfare Cremona Network 27/12/2022

Un nuovo studio conferma: La bioenergia da residui forestali ha un significativo impatto positivo sulla mitigazione dei cambiamenti climatici

I risultati preliminari di un recente studio mostrano che l’utilizzo dei residui forestali per la bioenergia avrà un effetto positivo sul clima fino al 2050.

I risultati preliminari di un recente studio mostrano che l’utilizzo dei residui forestali per la bioenergia avrà un effetto positivo sul clima fino al 2050. Il rapporto tiene conto del fatto che questi residui verrebbero altrimenti lasciati nelle foreste e si decomporrebbero. Considerando la decomposizione, si dimostra che la bioenergia da residui forestali non solo è neutra dal punto di vista delle emissioni di carbonio, ma ha anche un sostanziale effetto positivo in termini di protezione del clima.

I residui forestali comprendono tutti i residui della raccolta e le perdite naturali dovute a mortalità, insetti e tempeste, esclusi i residui nel suolo (radici e ceppi) o nella lettiera. Questo legno di bassa qualità, contenente detriti legnosi sia grossolani che fini, non è adatto ad altri usi nell’industria del legno. Utilizzando questi residui forestali disponibili per il cippato in Europa per la bioenergia, si possono evitare cumulativamente circa 5,6 miliardi di tonnellate di CO2eq dal 2020 al 2050, salvaguardando la biodiversità e la salute delle foreste. Questa quantità di risparmi derivanti dall’utilizzo dei residui è paragonabile a 8 volte le emissioni del trasporto stradale nell’UE27 nel 2020. Questo calcolo si basa sull’uso di cippato di residui forestali in Europa, che consentirà di risparmiare 2,8 miliardi di tonnellate di CO2eq entro il 2050, con una quantità di residui pari al 10% dello stock in crescita lasciato nella foresta per salvaguardare la biodiversità. Se tutti i residui venissero lasciati nelle foreste, le emissioni sarebbero di oltre 2,8 miliardi di tonnellate di CO2eq.

L’utilizzo dei residui forestali offre uno scenario win-win-win perché fornisce un contributo positivo alla transizione energetica, alla protezione del clima e alla biodiversità. Pertanto, dovrebbe essere classificato come ammissibile ai finanziamenti statali in Europa.

I risultati dello studio evidenziano inoltre le sinergie con le tecnologie a emissioni negative come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS) o il biochar, nonché con l’idrogeno. Questi benefici aggiuntivi aprono la porta a futuri progetti intelligenti per il clima e l’energia nel medio termine.

L’autore dello studio, il professor Hubert Röder, commenta che “Esiste ancora un grande potenziale nell’utilizzo della biomassa legnosa primaria a fini energetici. Si tratta principalmente di un sottoprodotto di una gestione forestale intelligente e sostenibile che mira a produrre legname di alta qualità. Se i residui non vengono utilizzati, marciscono nella foresta, senza sostituire i combustibili fossili e senza creare reddito dalle pratiche di gestione forestale sostenibile. In altre parole, si tratta di una situazione perdente per la transizione energetica, la transizione verso foreste resilienti al clima e la mitigazione dei cambiamenti climatici”.   

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Progetto KLIMAHOLZ, Autore: Prof. Dr. Hubert Röder, Cattedra di Economia Aziendale Sostenibile, Hochschule Weihenstephan-Triesdorf / TUM Campus Straubing. Gli ulteriori risultati dello studio saranno pubblicati nel gennaio 2023.

La valutazione è condotta “Cradel-to-grave” (dalla culla alla tomba), includendo tutti gli aspetti dello stoccaggio e del decadimento alternativo nella foresta e una sostituzione in diminuzione dinamica dovuta al miglioramento dell’impatto climatico dell’approvvigionamento energetico europeo.

Il legno morto, pari ad almeno il 10% dello stock in crescita, viene lasciato nella foresta e garantisce la biodiversità. (Blanco (2012). Ecosistemi forestali: More Than Just Trees)

Leggi l’articolo originale sul sito di Bioenergy Europe

Fiper tiene lezione all’Università di Milano!

Lo scorso lunedì 19 dicembre Vanessa Gallo ha tenuto una lezione interamente dedicata al tema delle bioenergie, del teleriscaldamento e delle comunità dell’energia rinnovabile all’Università Statale degli studi di Milano, all’interno dell’insegnamento di Economia e politica delle risorse naturali, grazie alla collaborazione avviata con l’università e i Professori Danilo Bertoni e Piero Morandini.

Due ore intense di dialogo con i 25 ragazzi del corso di laurea in Scienze e politiche ambientali, su temi che oggi più che mai sono di grande attualità, oltre che un’importante chiave di lettura del nostro futuro.

Video: https://youtu.be/53oUfjTECjM

Sono partiti i webinar del progetto Becoop!

Vuoi conoscere tutto sulle comunità dell’energia rinnovabile? Partecipa ai webinair del progetto BeCOOP. Come? Basta registrarsi!

I partner di BECoop terranno una serie di webinar, da novembre 2022 a maggio 2023, per introdurre argomenti chiave a chiunque sia interessato. I webinar durano 45 minuti e sono registrati, quindi resi disponibili sulla nostra piattaforma di scambio di conoscenze “Knowledge repository”.

La registrazione del primo webinar, che introduce le biomasse, è già disponibile. Unitevi a noi per i prossimi e aggiungeteli ai vostri calendari:

– 26 gennaio 2023 – Simbiosi e sinergie

– 8 febbraio 2023 – Gli strumenti di Becoop

– 24 febbraio 2023 – Impianti di biogas – Funzionamento e progettazione in termini di RESCoop

– 29 marzo 2023 – Aspetti commerciali e finanziari delle RESCoop (cooperative dell’energia rinnovabile)

– 25 aprile 2023 – Produzione di biocarburanti solidi ed economia circolare

– 31 maggio 2023 – Aspetti sociali legati all’uso della bioenergia.

* Altri sono in preparazione e saranno annunciati a breve

Per partecipare ai prossimi webinar, registrati qui

Il nuovo presidente di Bioenergy Europe: le bioenergie sono il nostro futuro!

Lo scorso 23 novembre il board europeo Bioenergy Europe ha eletto il nuovo Presidente, l’austriaco Christoph Pfemeter, della Austrian Biomass Association. Fiper lo ha subito intervistato per capire quali saranno le principali direttrici delle sue azioni in veste di presidente.

Intervista con Christoph Pfemeter, President Bioenergy Europe

Ora che è stato eletto nuovo Presidente di Bioenergy Europe, quali saranno le priorità per l’associazione?
 Le negoziazioni relative al Green Deal sono andate nella direzione sbagliata: porre obiettivi molto alti sull’energia rinnovabile e la decarbonizzazione, senza aumentare e sostenere l’uso delle bioenergie non può funzionare. Sentir etichettare il gas fossile o l’energia atomica come “green” sembra uno scherzo. Dobbiamo invece riportare nella nostra agenda la diffusione ed espansione delle bioenergie.

Quali sono le principali sfide che la filiera del legno deve fronteggiare nel breve e luongo periodo?
Nel breve termine, una delle sfide più grandi sarà quella di fronteggiare l’andamento incoerente dell’UE, con tutti gli oneri che la Commissione e il Parlamento dell’UE cercano di imporre ai settori forestale e bioenergetico. La RED II non è stata pienamente attuata e per la RED III stiamo ancora discutendo di enormi cambiamenti. Abbiamo bisogno di maggiori investimenti nel nostro settore, invece di complicati e pesanti regolamenti UE e di incertezze, che si basano solo su decisioni emotive. Dobbiamo tutti massimizzare il potenziale delle energie rinnovabili e lasciare che la biomassa sostenibile entri nel mercato, eppure, allo stesso tempo, il Parlamento europeo sta discutendo di limitazioni all’uso della biomassa. Questo porterebbe a carenze, prezzi volatili e, di conseguenza, a case fredde e a un maggiore utilizzo di energia fossile.

La gestione sostenibile delle foreste è fondamentale per garantire sufficienti serbatoi di carbonio e per prevenire i rischi idrogeologici. Quali azioni intende intraprendere Bioenergy Europe per sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici sulla necessità di pratiche di gestione forestale sostenibile, come i piani annuali di taglio e potatura degli alberi, se vogliamo garantire la salute delle foreste
Dobbiamo essere molto chiari nei nostri messaggi e alzare la voce su questo argomento: abbracciare gli alberi è un bell’hobby e può essere un modello di business per alcune persone e ONG, ma non è una soluzione per combattere efficacemente il cambiamento climatico e rafforzare la salute delle nostre foreste. La bioenergia è una parte integrata e importante della gestione sostenibile delle foreste: su questo non c’è alcun dubbio.

Quali strumenti ha a disposizione l’UE per chiarire una volta per tutte che il legno è una risorsa rinnovabile?
La UE dovrebbe cambiare la sua attuale politica. Abbiamo bisogno di nuove iniziative per l’utilizzo di legno di alta qualità, come il New European Bauhaus, per sostenere le costruzioni in legno. Per ogni tonnellata di legno massiccio che utilizziamo come materiale da costruzione in un edificio, abbiamo 6-10 tonnellate di sottoprodotti (dalla foresta fino al cantiere) che possono essere utilizzati per l’energia e per sostituire i combustibili fossili. La gestione sostenibile delle foreste garantisce elevati stock di carbonio; le costruzioni in legno immagazzinano carbonio; le bioenergie sostituiscono i combustibili fossili e possono persino fornire tecnologie a emissioni negative come BECCS (Bioenergy with carbon capture and storage)  o il BioCoal, soprattutto quando non c’è più richiesta di sostituzione dei combustibili fossili. Le sinergie tra i settori della silvicoltura, della lavorazione del legno e delle bioenergie formano una squadra imbattibile per la lotta al cambiamento climatico.

Come pensa di portare la sua esperienza nel settore forestale e nella politica dell’UE nel suo nuovo ruolo di presidente?
La bioenergia è un’energia prodotta dalla terra. Viene gestita dalle regioni rurali in modo concreto e sostenibile. È innegabile che le politiche climatiche siano spesso guidate dalla preoccupazione delle città per l’ambiente e il clima e siano altamente teoriche. Questo porta a molti fraintendimenti. In Austria abbiamo trovato un buon equilibrio tra teoria e pratica e le cose stanno andando avanti. Questo perché  entrambe le parti hanno un interesse vitale a rimanere al di sotto di 1,5 gradi Celsius ed entrambe sono disposte a lavorare a stretto contatto. Mi impegnerò a fondo per cercare di metterle in contatto anche a livello europeo.

Abbiamo milioni di persone che utilizzano le bioenergie e che lavorano nel settore, in migliaia di piccole e medie imprese. Dobbiamo usare il loro potere, le loro conoscenze e le loro reti per mostrare ai politici dell’UE ciò che abbiamo già realizzato e per convincerli che dobbiamo proseguire nel sostituire ulteriormente i combustibili fossili. La politica dell’UE si basa attualmente su un grande mercato unico armonizzato e tende a implementare soluzioni uniche. Questo potrebbe funzionare per le aziende produttrici di combustibili fossili, che sono oligopoli che partecipano al commercio internazionale. Le bioenergie, invece, si basano su molte risorse diverse e su vari usi regionali, ciascuno adattato alle condizioni locali. In totale, meno del 5% dell’uso europeo di bioenergia proviene dal commercio con i Paesi terzi.

Qual è la sua visione per il future del settore delle bioenergie?
Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di costruire un sistema energetico privo di combustibili fossili, insieme all’eolico, all’idroelettrico, al fotovoltaico e alle altre fonti rinnovabili, entro i prossimi 20 anni. Sono convinto che le bioenergie sostenibili lo rendano possibile e che rimaranno una fonte energetica rinnovabile fondamentale, nel settore del riscaldamento, dell’industria e dei trasporti. La rilevanza della bioenergia diventerà sempre più evidente, in quanto integra le fonti rinnovabili intermittenti grazie alla sua immagazzinabilità e flessibilità.

Quali sono le sue aspettative sul risultato dei negoziati sulla RED?
Le politiche energetiche basate su campagne emotive delle ONG possono portare a risultati errati. Nelle regioni con scarsa esperienza in materia di silvicoltura sostenibile, queste campagne hanno un’enorme influenza su chi prende le decisioni. Tuttavia, sono convinto che gli Stati membri abbiano più buon senso e che in futuro punteranno sulle bioenergie. Sulla base delle statistiche energetiche e della fiducia nelle istituzioni forestali, i responsabili politici sanno che non riusciranno a passare alle energie rinnovabili e alla decarbonizzazione senza ricorrere alle bioenergie.

Se avesse una bacchetta magica e potesse cambiare una cosa nel contesto della legislazione attuale, quale sarebbe
Implementerei criteri minimi per gli standard sociali e ambientali per i combustibili fossili. Non li chiamerei criteri di sostenibilità, perché i combustibili fossili non possono essere prodotti in modo sostenibile, ma al momento la bioenergia è l’unica fonte energetica che deve rispettare gli standard ambientali. Sebbene ritenga che questi criteri siano importanti per garantire le best practices per la bioenergia, quando si tratta di combustibili fossili nessuno fa richieste simili. Siamo tutti d’accordo sul fatto che i combustibili fossili siano dannosi e che debbano essere gradualmente eliminati, ma se avessimo questi standard minimi, faremmo luce su quanto siano dannosi e metteremmo in chiara evidenza il costo effettivo del loro continuo utilizzo.