In Italia resisteremmo poco più di un mese utilizzando solo bioenergia. Se questo dato vi colpisce, allora la campagna dei Bioenergy Days ha colpito nel segno e ci illumina su quanto sia ancora lungo il cammino del nostro paese verso la decarbonizzazione dell’energia. Ne abbiamo parlato con Martina Marignani, Communication Officer di Bioenergy Europe, che sviluppa e coordina la campagna per promuovere la bioenergia in Europa”
Che cos’è la campagna European Bioenergy Days? Quando è nata e in cosa consiste?
La campagna Bioenergy Days è nata nel 2018, con l’idea di rappresentare i tanti volti della Bioenergia in Europa. Il concetto dietro i Bioenergy Days è piuttosto semplice: quanti giorni potrebbe mantenersi un paese contando solo sulla bioenergia? Il risultato è una data simbolica, che ci piace celebrare per raccontare una o più storie originarie di quel paese.
Nella sua prima celebrazione, l’Unione Europe celebrava il suo bioenergy Day il 21 Novembre, oggi l’11 Novembre. Abbiamo fatto dei passi avanti, ma la strada verso la transizione energetica è ancora lunga.
Con gli anni, la campagna è cambiata e si è adattata a nuove necessità e trend comunicativi. Per esempio nel 2024 abbiamo dato maggior spazio alla ricerca e alle innovazioni tecnologiche, mentre quest’anno vogliamo svelare il volto umano del settore, portando al pubblico di Bruxelles le storie delle comunità che costruiscono ogni giorno il cambiamento.
Come viene calcolato il giorno del “Bioenergy day” di ciascun paese?
Dietro la metodologia ci sono i nostri colleghi del dipartimento di Market Intelligence. La ricetta è semplice, ma richiede un certo expertise sui consumi energetici e, soprattutto, sulle bioenergie. Preferisco utilizzare il termine bioenergie perché, nei Bioenergy Days, cerchiamo di includerle tutte: dal pellet al cippato, dai rifiuti urbani ai biocarburanti, passando per il biogas nelle sue diverse declinazioni.
In pratica combiniamo il consumo energetico di ciascuno Stato membro dell’Unione con i dati relativi alla bioenergia. Tutto estratto da banche dati pubbliche. In questo modo riusciamo a calcolare la quota di bioenergia sul consumo energetico annuale del Paese e otteniamo il numero di giorni in cui uno Stato membro potrebbe teoricamente soddisfare il proprio fabbisogno utilizzando esclusivamente bioenergia. A questo punto verifichiamo a quale data corrisponde: quella diventa il Bioenergy Day dello Stato membro!
Quali sono le bioenergie e com’è distribuita la loro diffusione in Europa?
Se volessimo semplificare, potremo dire che la bioenergia è energia solare che diventa energia chimica: la biomassa funziona come una “batteria naturale”, la più antica che conosciamo. Può assumere forme diverse, biogas, biocarburanti, biomassa solida, e la sua diffusione varia molto a seconda delle risorse locali, delle infrastrutture e delle economie nazionali.
In Europa l’uso più comune resta quello della biomassa solida, che rappresenta circa il 68% della bioenergia totale. Come Bioenergy Europe ci concentriamo soprattutto su questa filiera: cippato, pellet, residui agricoli e forestali. La biomassa solida ha applicazioni molteplici: dal teleriscaldamento urbano agli impianti industriali, fino a stufe e caldaie.
A livello europeo, circa il 65% della bioenergia viene impiegata per la produzione di calore, sia questo residenziale, industriale o per altri settori. Germania, Italia, Francia e Polonia sono i Paesi leader nel consumo di biomassa per il riscaldamento residenziale. I fattori che determinano queste differenze non sono solo climatici, ma anche legati alla struttura dei mercati, agli incentivi nazionali e al livello di innovazione tecnologica.
Com’è la situazione nei diversi paesi europei sull’uso delle bioenergie e l’indipendenza dalle fonti fossili? Chi sono i paesi all’avanguardia e quali insegnamenti ci possono dare?
Il panorama europeo è molto eterogeneo. I Paesi che hanno fatto maggiori progressi si trovano soprattutto nel Nord e nel Baltico. Lituania, Estonia e Lettonia, ad esempio, rappresentano casi di successo grazie a due fattori chiave: la capillare diffusione del teleriscaldamento, adattato sia a piccoli centri che a grandi città, e l’adozione di tecnologie moderne ed efficienti.
Storicamente, i Paesi del nord Europa hanno una vasta disponibilità di biomassa locale a fronte di una bassa densità di popolazione. Nonostante il consumo di energia da biomassa sia molto alto le foreste continuano a crescere. Qui la biomassa è trattata come una risorsa e non rappresenta un ostacolo allo sviluppo ambientale.
Questo rapporto si riflette anche in un consolidato supporto istituzionale. Per esempio, il caso di Vilnius in Lituania rappresenta un bellissimo esempio di impegno pubblico. Una Capitale che fino al 2004 dipendeva da gas russo, oggi offre ai suoi cittadini una quasi totale (90%) indipendenza energetica e calore a prezzi competitivi grazie alla bioenergia.
Che percorso sta facendo l’Italia nella promozione dell’uso delle bioenergie? Come si prospetta lo scenario futuro per il nostro paese?
In Italia il percorso di promozione della bioenergia si è trasformato nel tempo, adattandosi alle nuove sfide e ai cambiamenti nelle strategie comunicative. Un punto di forza del modello italiano è la forte dimensione locale: tante realtà storiche, radicate nei territori, che hanno saputo valorizzare le risorse disponibili e creare filiere sostenibili. È un approccio che si presta molto bene anche allo storytelling di oggi, in cui le storie concrete e legate ai territori hanno un grande potere comunicativo.
Con una crescente attenzione per le rinnovabili e la necessità’ di conciliare la transizione energetica con la coesione sociale e competitività, le storie che valorizzano il territorio in ogni suo aspetto saranno sempre più strategiche nella promozione dell’uso delle bioenergie. Servirà però un linguaggio più assertivo, capace di raccontarne con chiarezza, soprattutto per il suo contributo essenziale alla defossilizzazione del calore, che rappresenta ancora oggi una quota importante dei consumi energetici del Paese e delle sue emissioni fossili.
Nelle diverse edizioni della campagna European Bioenergy Days, vengono raccontati casi di buone pratiche nell’uso e nella produzione di bioenergie. Ci racconta un caso particolarmente interessante?
La scelta è difficile, ogni storia ha una sua peculiarità. Un caso interessante è proprio uno dei casi italiani che abbiamo promosso nell’edizione 2024 dei Bioenergy days. Si tratta di un plesso scolastico, Parco Nord a Milano. Un complesso di oltre 6,000 studenti riscaldato grazie ad un impianto di riscaldamento a cippato da 2MW, che ha sostituito due caldaie a gas.
A rendere perfettamente circolare il progetto è la provenienza della biomassa, quasi interamente proveniente da aree limitrofe e aziende agricole del distretto. La posizione della scuola, situata in un parco, rende la biomassa la soluzione più naturale e immediata: le potature del parco potrebbero coprire il 70% del fabbisogno energetico della scuola, arrivando potenzialmente al 100% con una gestione più attenta. Il progetto ha coinvolto alunni e personale scolastico, promuovendo comportamenti sostenibili volti ad un maggiore risparmio energetico.
La storia italiana di quest’anno è altrettanto valida. Se volete scoprire i volti e i protagonisti della bioenergia italiana nel 2025, aspettate il 27 Novembre per celebrare il Bioenergy Day Italiano.