AGCM accoglie la denuncia FIPER sulla disparità di trattamento tra fonti rinnovabili e metanizzazione delle aree montane.

Righini, FIPER: “ora tocca alle istituzioni competenti adottare con urgenza i provvedimenti correttivi”

Milano – L’Autorità Garante della Concorrenza e dei Mercati ha recepito integralmente la denuncia FIPER, che con nota del 21 ottobre 2021, aveva segnalato all’AGCM stessa, l’introduzione da parte del legislatore di misure dannose per la concorrenza, inefficienti economicamente e oltretutto e contrarie al processo di decarbonizzazione che impegna gli Stati membri dalla UE.

In particolare, veniva denunciato l’articolo 114 ter del D.L. del 19 maggio 2020 numero 34, e successive modificazioni, ove recitava: “Le estensioni e i potenziamenti di reti ed impianti esistenti nei comuni già metanizzati e le nuove costruzioni di reti di impianti in comuni da metanizzare appartenenti alle zone climatiche F…….. si considerano efficienti e già valutati positivamente ai fini dell’analisi dei costi e dei benefici per i consumatori……A tal fine l’Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente (ARERA) ammette a integrale riconoscimento tariffario i relativi investimenti”.

Fiper nell’illustrare i profili di incompatibilità con la disciplina della concorrenza aveva in particolare segnalato:

  1. Danni la concorrenza;
  2. Danni all’efficienza del mercato
  3. Disallineamento rispetto alla normativa europea dell’energia

In data 26 aprile 2022 l’AGCM ha segnalato a FIPER che nell’adunanza del 20 aprile c.a., l’Autorità medesima ha esaminato la denuncia in oggetto deliberando l’invio di una segnalazione al Senato della Repubblica, alla Camera dei deputati, alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero della Transizione Ecologica in merito alla natura distorsiva della norma in termini di concorrenza tra sistemi energetici alternativi.

Infine, in data 9 maggio 2022 l’AGCM ha pubblicato sul bollettino Settimanale anno 32 numero 17, apposita relazione in merito a: fonti di approvvigionamento per il riscaldamento nei comuni montani.

In particolare, l’Autorità ritiene che tale regime differenziato possa in primo luogo determinare effetti distorsivi della concorrenza tra operatori attivi nell’offerta sistemi energetici alternativi e che la norma pare idonea a scoraggiare l’ingresso al mercato di forme di energia differenti dal gas metano alterano in tal modo la concorrenza tra operatori attivi in segmenti diversi nel settore energetico, i cui sistemi possono tuttavia raggiungere una medesima finalità.

Nel caso poi in cui i due servizi si trovassero a competere per la realizzazione di nuovi investimenti in una medesima area territoriale, il teleriscaldamento sarebbe fortemente penalizzato, tenuto conto delle differenti modalità di recupero dei costi sostenuti.

Si ritiene, da ultimo, che quanto considerato assuma rilevanza accresciuta nel momento storico attuale, in cui la crisi dei prezzi energetici necessita di svincolarsi dalla dipendenza dal gas russo, adottando soluzioni energetiche alternative in grado di garantire una diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

In conclusione, l’AGCM ritiene che la norma in commento si ponga in contrasto con i principi concorrenziali e possa comportare effetti dannosi in termini di efficienza complessiva del sistema energetico nazionale… e pertanto suggerisce… una revisione della norma eventualmente confinando meccanismi…. ai casi in cui sia effettivamente possibile appurare l’assenza o la reale non percorribilità in termini di costi benefici di soluzioni energetiche alternative.

Commenta Righini, presidente Fiper:” abbiamo accolto con soddisfazione quanto deliberato dall’Autorità della Concorrenza e del Mercato; ci aspettiamo ora che le Istituzioni Nazionali competenti adottino in tempi brevi i provvedimenti proposti dall’Autorità stessa”. Conclude Righini: “siamo fiduciosi anche dell’esito della segnalazione inviate alla D.G. Competition e D.G. Energy della Commissione europea”.

Si allega:

Assemblea Nazionale Fiper 2022: Righini: “Atteggiamento del Governo verso la transizione timido e ambiguo, appello a riconsiderare il potenziale delle bioenergie nel PNRR”

4 maggio 2022 – Si è tenuta in data odierna in modalità on line l’Assemblea annuale FIPER.

Un’occasione di confronto e condivisione tra gli operatori del teleriscaldamento a  biomassa e biogas agricolo sul futuro del comparto a partire da questa situazione di emergenza nel diversificare le fonti di approvvigionamento del gas russo e accelerare il fattivo passaggio verso un’economia a basse emissioni.

Nella relazione annuale Righini ha sottolineato l’atteggiamento timido e ambiguo del governo riguardo il potenziale di impiego delle bioenergie nel mix energetico nazionale.

Ha ribadito che, a partire dalla disponibilità legnosa di biomassa presente sul ns territorio, si potrebbe sostituire l’importazione di almeno13 mld di metri cubi di gas naturale da aggiungere ai 6 mld di metri cubi provenienti dalla riconversione di una quota parte di impianti a biogas agricolo in produttori di biometano.

In termini economici significherebbe redistribuire sul territorio italiano dai 27 ai 40 mld euro/anno d aggiungere a quelli risultanti dalla produzione di biometano!

Certo, l’effetto di sostituzione non può avvenire dall’oggi al domani.

Tuttavia, la Federazione evidenzia la necessità di rivedere le misure previste nel PNRR per promuovere fattivamente da un lato, il teleriscaldamento efficiente (attualmente destinati solo 200 milioni di Euro ) e dall’altro, garantire la continuità elettrica del parco impianti esistenti alimentati a biomasse/biogas oltre alla messa  in atto di una serie di correttivi sull’attuale bozza del decreto sul biometano.

La Federazione riconosce l’importanza di poter incidere a livello europeo all’interno di Bioenergy EU e EBA e consolidare l’interlocuzione con gli europarlamentari affinché si facciano portavoce e parte pro-attiva di un modello di filiera biomassa-energia che genera reddito, produce energia rinnovabile a km zero e la messa in atto degli obiettivi previsti dal Green Deal.

In allegato Relazione di Righini e relativo presentazione.

PNRR e nuove reti di teleriscaldamento, Uncem: Evitare di finanziare impianti a metano. Siamo fuori tempo massimo.

Si a reti nei comuni montani con piccoli impianti alimentati da filiere corte a biomasse forestali.

Il PNRR sta per promuovere il finanziamento di sistemi di teleriscaldamento. Nuove centrali, ammodernamento di impianti esistenti, costruzione di nuove reti efficienti. Siamo convinti che sia importante spendere bene 200 milioni di euro disponibili, per 330 chilometri di nuove reti, secondo gli obiettivi dell’intervento stabiliti dallo Stato e comunicati a Bruxelles. Dobbiamo agire per ridurre emissioni di gas serra e per rispondere alla crisi energetica in corso. Proprio per questo, Uncem, in accordo con Associazioni di settore come FIPER e AIEL, ritiene inopportuno finanziare reti alimentate da impianti a metano. I costi negli ultimi mesi, per i cittadini allacciati in città a questo tipo di reti, dipendenti dall’estero, sono cresciuti anche del 70%. Mentre sono rimasti immutati i costi con reti di teleriscaldamento alimentati da impianti che usano cippato di legno, biomasse forestali da filiera corta e cortissima. Prodotte cioé grazie all’uso a cascata del legno, grazie a una gestione sostenibile del bosco, creando valore, eliminando emissioni in atmosfera. Il caso di Pomaretto è solo uno di molti sulle Alpi e sugli Appennini. No al metano, si alle fonti rinnovabili, come il legno. Tantopiù in un Paese forestale come l’Italia, che ha 11 milioni di ettari di bosco. Migliaia sono i posti di lavoro potenziali lungo le filiere bosco-legno, non solo per energia. Ma devono essere filiere corte, di valle. Che dunque riducano, eliminino la dipendenza di materia prima legnosa dall’estero. La tecnologia è evoluta, azzera le emissioni, è a prova di cambiamento climatico. Oggi l’Italia, dopo 50 anni senza politiche forestali, importa il 95% del legno che utilizza. Dopo decenni di miopia finalmente abbiamo una legge forestale e una Strategia forestale. Il PNRR, come ho scritto oggi ai Ministri Cingolani e Patuanelli, ha la grande occasione per fare una scelta di campo. Il metano va bene nelle aree urbane e manco in tutte. Mentre il teriscaldamento in montagna, nelle zone rurali e interne del Paese, si fa con biomasse, legno vergine, che proviene dai boschi attorno ai paesi, in continua crescita. Boschi gestiti, non abbandonati. Aumentano i piani forestali di gestione, aumentano le superfici forestali certificate. C’è un cambio di passo in Italia positivo. Dobbiamo fare meglio e di più. Scegliere di essere un Paese che ha nelle foreste gestite una risposta alle crisi. Austria, Svizzera e molte regioni tedesche ci insegnano che le foreste sono una risorsa vera. Da gestire bene. E ci dicono che il teleriscaldamento a legno, senza emissioni, è possibile. Dobbiamo farlo con politiche vere, strutturali, durature. Non si perda l’occasione con il prossimo bando sul teleriscaldamento del PNRR”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

CAN Europe: “Il teleriscaldamento rinnovabile come alternativa al gas russo”

Climate Action Network – CAN Europe ha realizzato un report in cui sostiene che il teleriscaldamento rinnovabile, abbinato a un approccio integrato agli obiettivi di efficienza energetica, sia una strategia vincente su cui puntare per avere una valida alternativa al gas russo, ma anche a quello americano.

Nello specifico, l’associazione ritiene che, per aumentare la sicurezza energetica europea, sia opportuno intervenire con alcune modifiche sulla nuova Direttiva sull’efficienza energetica, proposta a luglio nell’ambito del pacchetto legislativo UE “Fit for 55”.

Tre sono, secondo Can Europe, i punti cardine su cui bisogna agire:

  • La definizione di un efficiente sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento dovrebbe promuovere un sistema di energia esclusivamente rinnovabile, in combinazione con una riduzione del fabbisogno energetico
  • L’allineamento del comparto riscaldamento e raffreddamento con gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2040.
  • Un percorso chiaro di graduale abbandono dai combustibili fossili nel settore riscaldamento e l’interruzione della promozione del gas fossile come alternativa nel percorso di transizione ecologica.

“L’invasione russa dell’Ucraina – sottolinea in una nota CAN Europe –  ha rivelato la dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili. La Commissione  Europea ha recentemente presentato una comunicazione intitolata Repower EU con l’obiettivo di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a cominciare dal gas fossile. Misure di  efficientemente energetico, che portano al risparmio energetico, come il passaggio dal teleriscaldamento inefficiente a quello più efficiente basato esclusivamente su energie rinnovabili, fanno parte della soluzione e possono strutturalmente contribuire a risolvere la dipendenza dell’UE dalle importazioni di energia”.

“Un solido quadro politico dell’UE e adeguati strumenti di finanziamento – si legge ancora nella nota dell’associazione –  possono aprire la strada all’aumento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento, all’introduzione di profondi rinnovamenti, alla riduzione  delle emissioni, consentendo la transizione verso la fornitura di riscaldamento e raffrescamento completamente rinnovabile, in combinazione con la riduzione del fabbisogno energetico. Ciò contribuirebbe anche ad alleviare la povertà energetica”.

Leggi il paper integrale sul sito dell’associazione CAN Europe
https://caneurope.org/content/uploads/2022/03/Policy-briefing-on-the-Energy-Efficiency-Directive-EED-revision.pdf

Sempre in tema teleriscaldamento, lunedì 28 marzo è stato è stata inaugurata a Monzuno (Bologna), nei pressi della piazza di fronte al Municipio, una centrale a teleriscaldamento a biomassa (cippato fornito da un Consorzio agroforestale).  L’impianto fornisce calore al Municipio, alla scuola materna, alle scuole primarie e secondarie del capoluogo, alla Biblioteca “Mario Marri” e alla palestra, il tutto attraverso più di  300 metri di tubature. Dai primi dati è emerso come si sia registrato fino al 20 % di risparmio economico a partire dall’attivazione della centrale, avvenuta un anno fa.

Fiper: “No alla metanizzazione di 47 Comuni trentini. Bisogna puntare sull’energia pulita delle biomasse”

Il presidente di Fiper Walter Righini: “Riteniamo che sia necessario sfruttare fonti energetiche sostenibili come le biomasse legnose, ampiamente disponibili nella Provincia autonoma di Trento. In questo modo si favorisce un approvvigionamento energetico locale, in linea con la tutela dell’ambiente, creando reddito e occupazione “.

Trento – Il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha incontrato, stamattina, un gruppo di rappresentanti di aziende e associazioni del settore delle energie rinnovabili – tra cui anche Fiper – per confrontatasi sulla crisi energetica in corso, che sta avendo importanti ripercussioni economiche su cittadini e imprese trentine.

All’incontro hanno partecipato Mario Tonina, Assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione e Vicepresidente della Provincia di Trento, Achille Spinelli, Assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro e rappresentanti di Fiper, Assoidroelettrica, Federidroelettrica, Bioenergiatrentino, Dolomiti Energia, Primiero Energia, Elettricità Futura, Confindustria.

Per Fiper, in particolare, erano presenti il presidente Walter Righini, il membro del Consiglio Direttivo Luigi Sartori (Anaunia) e l’associato Fiper Andrea Ventura (Bioenergia Fiemme).

Righini (presidente Fiper): “E’ necessario abbandonare la metanizzazione a favore di fonti energetiche sostenibili come le biomasse legnose”
Nel corso dell’incontro, il presidente di Fiper Walter Righini ha sottolineato, in particolare, il ruolo chiave delle biomasse legnose per affrontare la crisi energetica in corso. “Noi riteniamo – ha spiegato Righini – che nei 47 Comuni del Trentino Occidentale, della Val di Non, Val di Sole e Giudicarie sia necessario abbandonare i progetti di metanizzazione a favore di fonti energetiche sostenibili come le biomasse legnose, ampiamente disponibili nella Provincia autonoma di Trento. In questo modo, si favorisce un approvvigionamento energetico sostenibile e un’autonomia dalle importazioni di gas”.
“A ciò si aggiunge il fatto che le biomasse hanno dimostrato di essere una delle carte vincenti su cui il nostro Paese può puntare per affrontare in modo efficace il terremoto energetico scatenato dall’aumento dei prezzi dell’energia, una questione legata a doppio filo al conflitto tra Russia e Ucraina”, ha aggiunto Righini. “In base ai dati raccolti in 96 Comuni montani dotati di sistemi di teleriscaldamento a biomassa – tra cui ci sono anche alcuni Comuni trentini – è emerso come questi territori siano autonomi e indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili fossili sui mercati internazionali. Il modello locale di produzione-consumo di energia proveniente dai boschi circostanti si è dimostrato quindi efficace e ha permesso di creare reddito sul territorio”.

Qualche numero
Nel nostro Paese il complesso agroforestale energeticamente programmabile sarebbe in grado, se orientato opportunamente, di evitare l’importazione di almeno 13 mld di metri cubi di gas naturale, il tutto con una ricaduta finanziaria molto importante sul sistema economico nazionale. Si tratta, infatti, di un valore pari al 35/40% dell’importazione di gas dalla Russia registrata nel 2021, che oggi si traduce in 27-40 mld euro/anno.

Tra i punti sottolineati dal presidente Righini, nel suo intervento, c’è stato anche l’importanza di favorire lo sviluppo del biometano per i trasporti.

Giornata internazionale delle foreste: puntiamo sulla gestione forestale sostenibile! Righini Fiper: “Le biomasse rappresentano un’alternativa ecologica per ridurre le importazioni di gas”

L’associazione sottolinea l’importanza di valorizzare il patrimonio agroforestale italiano per la produzione di bioenergie nell’ambito di modelli virtuosi capaci di rilanciare il territorio e sfruttare risorse disponibili a kilometro zero, il tutto aumentando l’autonomia e la sicurezza energetica nazionale

Milano –  “Le biomasse rappresentano un’alternativa ecologica per ridurre la dipendenza dal gas, in particolare dalla sua importazione dalla Russia, aumentando l’autonomia e la sicurezza energetica nazionale e valorizzando risorse disponibili a kilometro zero”. A sottolinearlo è il presidente di Fiper (Federazione Italiana di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) Walter Righini che, oggi, in occasione della Giornata internazionale delle foreste, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ricorda l’importanza della gestione forestale sostenibile e la necessità di “coltivare” in modo programmato e continuativo patrimonio boschivo esistente.

”Aumentare i prelievi a fini produttivi ed energetici – ricorda Righini – significa prendersi cura del bosco. Attualmente in Italia si preleva intorno al 25% della crescita annuale, siamo fanalino di coda in Europa! E dire che l’economia del legno ha rivestito per i territori montani una grande ricchezza e fonte di reddito. Valorizzare il settore delle biomasse legnose nel mix energetico del Paese – aggiunge il presiedente di Fiper – è, a nostro avviso, una grande opportunità da cogliere a partire proprio dalla grave crisi energetica legata al conflitto Ucraina-Russia. Queste risorse, anche se ampiamente disponibili in Italia, sono infatti sottoutilizzate e non riescono a dispiegare appieno il loro potenziale green”.

Qualche numero
Nel suo complesso, il settore delle biomasse, se opportunamente indirizzato, sarebbe in grado di evitare annualmente l’importazione di almeno 13 miliardi di metri cubi di gas naturale. Il tutto a costi ben più bassi di quelli che oggi il sistema nazionale sta pagando, con una ricaduta finanziaria molto importante sul sistema economico nazionale. Nello specifico, puntando sulle biomasse si arriverebbe a coprire il 35/40% dell’importazione di gas dalla Russia nel 2021, che oggi corrisponde a un valore di 27-40 miliardi euro/anno.
L’associazione sottolinea come, nello specifico, la quantità complessiva annua di biomassa potenzialmente disponibile sul territorio nazionale per la produzione di energia termica ed elettrica superi di gran lunga i 30 milioni di ton/anno, un quantitativo che permetterebbe al Sistema Paese di ridurre l’importazione di un valore compreso tra 7 a 10 miliardi di mc/anno di gas. Il nostro patrimonio boschivo rappresenta, infatti, il 36% dell’intero territorio nazionale, per una superficie complessiva di oltre 11 milioni di ettari. A queste risorse si aggiungono poi gli scarti agricoli (paglia, potature di vigneti, frutteti, uliveti) che normalmente vengono bruciati in campo, ma anche i cascami legnosi della gestione del verde urbano (parchi, giardini e viali). Si tratta di un quantitativo di materiale che potrebbe dare un contributo importante all’approvvigionamento energetico del Paese, ma che, nel suo complesso, rimane ampiamente inutilizzato.

Lo stesso scenario caratterizza anche il comparto agricolo. Il nostro Paese dispone, infatti, attualmente di poco meno di 2000 impianti a biogas agricolo che garantiscono energia elettrica e calore rinnovabile. Si tratta di strutture che, se adeguatamente valorizzate, potrebbero dispiegare appieno il loro potenziale, diminuendo la dipendenza dalle importazioni di gas. In quest’ottica è fondamentale investire sull’ammodernamento e la riconversione di una quota parte di impianti verso il biometano, ma anche sull’aggiornamento delle attuali normative e sulla costruzione di nuovi impianti alimentati da scarti agricoli, zootecnici e agroalimentari. In questo modo si permetterebbe un’ulteriore riduzione di importazione di gas sino a 6-10 miliardi di mc/anno.

Le richieste di Fiper al Governo
Alla luce di questo scenario, Fiper sottolinea come puntare sulle biomasse sia una delle carte vincenti a disposizione del nostro Paese per affrontare in modo efficace il “terremoto energetico” scatenato dall’aumento dei prezzi di energia elettrica e gas, una questione su cui pesa la guerra Ucraina-Russia.

“Per far fronte all’emergenza energetica e ridurre la dipendenza dall’estero dei combustibili fossili – sottolinea il presidente di Fiper Walter Righini – chiediamo al Governo di attuare con urgenza, aggiornando opportunamente il P.N.R.R., tutte quelle misure strutturali, normative e burocratiche che riorientino concretamente in tempi brevissimi gli investimenti verso la reale ed opportuna economia circolare rappresentata dalle bioenergie, un settore che genera notevoli risparmi e benefici economici per il Paese”.

Teleriscaldamento a biomassa contro il caro-bollette
La guerra in corso, sottolinea Fiper, sta dimostrando, dati alla mano, che i 96 Comuni montani dotati di sistemi di teleriscaldamento a biomassa, siano autonomi e indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili fossili sui mercati internazionali. Un aspetto strategico della biomassa energetica che negli anni passati è stato forse sottovalutato da molti, ma che oggi risulta evidente. E’ chiaro, dunque, come questo modello locale di produzione-consumo di energia proveniente dai boschi circostanti funzioni e crei reddito sul territorio. Si tratta di un’alternativa concreta per ridurre la dipendenza dal gas, in particolare dalla sua importazione dalla Russia, aumentando l’autonomia e la sicurezza energetica nazionale e valorizzando le bioenergie disponibili a kilometro zero.

 

Fiper for Ukrainian children – il settore delle biomasse lancia una raccolta fondi per aiutare i bambini colpiti dalla guerra

L’associazione sottolinea il ruolo chiave delle biomasse nell’affrontare in modo efficace il “terremoto energetico” scatenato dall’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, una questione che il conflitto ucraino ha posto drammaticamente al centro dell’agenda internazionale

Milano – F.I.P.E.R. desidera esprimere la propria solidarietà alla popolazione ucraina, ed in particolare ai bambini, i più gravemente colpiti da questa inaudita azione di guerra, destinando un contributo a loro favore, nell’ambito di una raccolta fondi.

I clienti allacciati alle reti di teleriscaldamento a biomassa sono forse gli unici a non aver subito il rincaro della bolletta per il riscaldamento in questa stagione invernale, a differenza di chi, invece, si riscalda con il gas. Pertanto, F.I.P.E.R. ha invitato le Aziende associate ad aderire all’iniziativa e a promuovere un’azione di solidarietà presso tutti i propri clienti, facendo una donazione sul seguente conto corrente appositamente costituito dall’associazione presso la Banca Popolare di Sondrio:

IT24Z0569652290000033652X62 Fiper for Ukrainian children

L’importo raccolto verrà devoluto direttamente ad Ente od Istituzione che provvederà ai fabbisogni dei bambini ucraini.

La guerra in corso sta dimostrando, dati alla mano, come i Comuni montani dotati di sistemi di teleriscaldamento a biomassa, siano autonomi e indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili fossili sui mercati internazionali. Un aspetto strategico della biomassa energetica che negli anni passati è stato forse sottovalutato da molti, ma che oggi risulta evidente a tutti. I dati raccolti in 96 Comuni sono la prova concreta che questo modello locale di produzione-consumo di energia proveniente dai boschi circostanti funziona e crea reddito sul territorio. Un’alternativa concreta per ridurre la dipendenza dal gas, in particolare dalla sua importazione dalla Russia, aumentando l’autonomia e la sicurezza energetica nazionale, valorizzando le bioenergie disponibili a cilometro zero!

Si ricorda al Governo italiano che, considerando il nostro patrimonio boschivo in continua crescita e ampliamente sottoutilizzato – che interessa ormai il 36% dell’intero territorio nazionale per una superficie complessiva di oltre 11 milioni di ettari – gli scarti agricoli (paglia, potature di vigneti, frutteti, uliveti) che normalmente vengono bruciati in campo, con ulteriore aggravio dell’inquinamento, e i cascami legnosi della gestione del verde urbano (parchi, giardini e viali), materiale anch’esso inutilizzato, la quantità complessiva annua di biomassa potenzialmente disponibile sul territorio nazionale per la produzione di energia termica ed elettrica supera di gran lunga i 30 milioni di ton./anno, e permetterebbe al Sistema Paese di ridurre l’importazione di un quantitativo compreso tra 7 a 10 Miliardi di mc/anno di gas.

Dal settore forestale passiamo all’agricolo. In questo comparto disponiamo attualmente di poco meno di 2000 impianti a biogas agricolo che garantiscono energia elettrica e calore rinnovabile. Investendo sull’ammodernamento, la riconversione di una quota parte di impianti verso il biometano, sull’aggiornamento delle attuali normative e sulla costruzione di nuovi impianti alimentati da scarti agricoli, zootecnici e agroalimentari, si permetterebbe un’ulteriore riduzione di importazione di gas sino a 6-10 miliardi di mc/anno.

Complessivamente quindi, il settore delle biomasse, energeticamente programmabile, se opportunamente indirizzato, sarebbe in grado di evitare annualmente l’importazione di almeno 13 miliardi di metri cubi di gas naturale, a costi ben più bassi di quelli che oggi il sistema nazionale sta pagando, e con una ricaduta finanziaria molto importante sul sistema economico nazionale (35/40% dell’importazione di gas dalla Russia nel 2021 e che oggi corrisponde a un valore di 27-40 miliardi euro/anno.)

Per far fronte all’emergenza e ridurre la povertà energetica e la dipendenza dall’estero dei combustibili fossili, chiediamo al Governo di attuare con urgenza – aggiornando opportunamente il P.N.R.R. alla luce anche degli ultimi avvenimenti – quelle misure strutturali, normative e burocratiche che concretamente riorientino in tempi brevissimi gli investimenti verso la reale ed opportuna economia circolare rappresentata dalle bioenergie, con notevoli risparmi e benefici economici.

Bruxelles presenta “REPowerEU”, piano europeo congiunto per slegare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo

La Commissione europea ha proposto un piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a cominciare dal gas, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.

Questo piano delinea anche una serie di misure per rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e per ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno. L’Europa sta affrontando un aumento dei prezzi dell’energia da diversi mesi, ma ora l’incertezza sull’offerta sta creando numerosi problemi.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi. Semplicemente non possiamo fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare la nostra fornitura di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Prima passeremo alle energie rinnovabili e all’idrogeno, combinati con una maggiore efficienza energetica, prima saremo veramente indipendenti e padroneggeremo il nostro sistema energetico. Discuterò le idee della Commissione con i leader europei a Versailles alla fine di questa settimana, e poi lavorerò per implementarle rapidamente con il mio team”.

Scaricare il piano “REPowerEU”