Ursula von der Leyen: “l’Europa deve liberarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili russi”.


						

Oggi, la Presidente Ursula von der Leyen ha incontrato il Primo Ministro italiano Mario Draghi per discutere della situazione in Ucraina e del nuovo pacchetto di sanzioni su cui si sta lavorando.

Tra i diversi punti la Presidente della Commissione ha sottolineato l’importanza di rilanciare l’UE investendo nelle energie rinnovabili migliorando l’efficienza energetica. “I prezzi dell’energia di oggi stanno mettendo a dura prova i consumatori e le imprese; è quindi fondamentale e prioritario prepararsi ad un notevole incremento delle rinnovabili nel nostro mercato elettrico”.

Di seguito l’intervento completo della Presidente von der Leyen durante la visita del Primo Ministro italiano, Mario Draghi a Bruxelles: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/statement_22_1602

FIPER: il teleriscaldamento sostenibile e flessibile. Righini: “puntare sulle biomasse per alternativa al gas, in Italia è possibile!”

Si è tenuto in data odierna l’osservatorio permanente di ARERA con l’obiettivo di avviare il confronto tra i diversi stakeholder, il Regolatore, RSE sulle prospettive di sviluppo del teleriscaldamento sostenibile e flessibile.

E’ stata l’occasione per Righini, presidente FIPER, per illustrare le potenzialità del teleriscaldamento a biomassa legnosa, un’opportunità di sviluppo dell’economia dei territori montani e rurali. Un’alternativa reale al carobolletta, alla transizione del fossile al rinnovabile soprattutto nel Bel Paese che dispone di ingenti quantità di biomasse legnose altrimenti inutilizzate.

Un ampio spazio inoltre è stato dedicato dall’intervento del dott. Mazzocchi di RSE sui servizi al sistema in termini di programmabilità e flessibilità che questa risorse offre, nonché i relativi vantaggi in termini ambientali.

Presentazione degli interventi:
Walter Righini – FIPER
Luigi Mazzocchi – RSE

Prorogati gli incentivi per nuovi impianti biogas agricoli fino a 300 kWe

FIPER esprime grande soddisfazione per l’inserimento nel decreto Milleproroghe in corso di approvazione di uno specifico emendamento che consente di dare continuità agli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas al fine anche di favorire lo sviluppo dell’economia circolare nel settore agricolo.

Questo risultato si è raggiunto – commenta Federica Galleano, Vice-Presidente FIPER biogas – anche grazie al lavoro di sensibilizzazione che la nostra Federazione ha saputo realizzare nei confronti di tutti i parlamentari che si sono prodigati per raggiungere  questo importante obiettivo e a cui va il nostro ringraziamento oltre che a tutti gli altri attori del settore con cui si è lavorato in modo proficuo per ottenere un risultato fondamentale per dare continuità ad un settore che ancora una volta sta dando importanti segnali di innovazione in un momento particolarmente delicato in cui il costo dell’energia sta creando grandi problemi sia alle famiglie che alle imprese. 

L’emendamento consentirà di sostenere gli investimenti a favore delle aziende agricole che hanno in progetto di realizzare impianti di biogas di piccola taglia fino a 300 kW in attesa che vengano pubblicate le procedure d’asta previste dai decreti di cui all’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, di recepimento della Direttiva (UE) 2018/2001.

Ora sarà importante – conclude Galleano – dare seguito a questa importante iniziativa anche con una serie di revisioni al Decreto Biometano che FIPER ha proposto attraverso “l’Appello Biometano” che è stato inviato dalla nostra Federazione ai Ministri competenti e che più di mille aziende che operano nel settore agricolo e agroalimentare hanno sottoscritto condividendo le proposte di FIPER.

La tutela dell’ambiente e della biodiversità è stata introdotta in Costituzione

Da oggi la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi entrano tra i valori fondanti nella Costituzione della Repubblica Italiana.

La Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della Carta, il 9 e il 41.

Articolo 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. TUTELA L’AMBIENTE, LA BIODIVERSITÀ E GLI ECOSISTEMI, ANCHE NELL’INTERESSE DELLE FUTURE GENERAZIONI. LA LEGGE DELLO STATO DISCIPLINA I MODI E LE FORME DI TUTELA DEGLI ANIMALI»

Articolo 41: « L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, ALLA SALUTE, ALL’AMBIENTE. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali E AMBIENTALI».

Siamo sulla strada giusta! Un grande passo in avanti per il Paese “Giardino D’Europa”.

L’approfondimento nel dossier del Servizio Studi: https://temi.camera.it/leg18/dossier/OCD18-15474/modifiche-agli-articoli-9-e-41-della-costituzione-materia-tutela-ambiente.html

Incentivi dal PNRR per la riqualificazione energetica delle strutture ricettive, inclusi impianti a biomassa

Credito d’imposta ed incentivi a fondo perduto fino al 100% delle spese ammissibili per hotel, agriturismi, strutture ricettive all’aperto, fiere, ed altre strutture ricettive.

Il Ministero del Turismo ha pubblicato l’Avviso recante le modalità applicative per l’erogazione dei contributi e crediti di imposta (Art. 1, D.Lgs. n. 152/2021). L’incentivo è rivolto alle imprese operanti nel settore turistico (Hotel, Agriturismi, strutture ricettive all’aperto, fiere, stabilimenti balneari, complessi termali, etc.).

Gli incentivi, cumulabili e riconosciuti fino ad un massimo del 100% della spesa complessiva ammissibile per gli interventi sono costituiti da:

  1. Credito d’imposta (cedibile in tutto o in parte) fino all’80% delle spese ammissibili sostenute per gli interventi;
  2. Contributo a fondo perduto non superiore al 50% delle spese sostenute, erogato in un’unica soluzione dopo la fine dei lavori (possibilità di anticipazione non superiore al 30% del contributo).

Sono ammissibili gli interventi di incremento dell’efficienza energetica delle strutture, indicati dall’articolo 2 del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 6 Agosto 2020, ossia sono incentivabili interventi per l’installazione di generatori a biomasse con gli stessi requisiti dell’Ecobonus. L’incentivo sarà a sportello per gli anni 2022 (100 milioni) 2023 (180 milioni), 2024 (180 milioni) 2025 (40 milioni).

Le modalità di presentazione delle domande on-line su apposita piattaforma saranno pubblicate dal Ministero del Turismo entro il 23/02/2022. Una volta aperta la piattaforma on-line le imprese avranno 30 giorni per presentare l’istanza compilando tutti i campi del portale ed allegando tutta la documentazione amministrativa e tecnica indicata nell’elenco di cui alle sezioni dell’Allegato I dell’Avviso del Ministero del Turismo.

Cessione del credito. Gravissima difficoltà delle imprese con le nuove misure

Le Associazioni del settore costruzioni specialistiche e superspecialistiche firmatarie del presente comunicato, chiedono a Governo e Parlamento la più rapida conversione in legge del DL 4/2022 contestualmente ad un emendamento concordato fra Governo e Gruppi Parlamentari che elimini o modifichi l’articolo 28 del provvedimento o, in alternativa, al Governo l’emanazione di un nuovo, urgente, Decreto Legge che modifichi la sostanza dell’articolo 28. Infatti, l’attuale stesura di tale articolo, con l’impossibilità di cessione del credito più di una volta, blocca nei fatti (anche in maniera retroattiva) numerosissimi cantieri impegnati nella riqualificazione energetica degli edifici e nella messa in sicurezza antisismica del nostro Paese.

Il comparto italiano delle costruzioni chiede conseguentemente la massima sollecitudine per la modifica del citato articolo 28 perché le Imprese italiane non possono sopportare 60 giorni di blocco delle attività, perché i cittadini non devono essere lasciati nella più assoluta incertezza in merito al recupero dei loro crediti fiscali dallo Stato e perché si evitino gravissime ripercussioni occupazionali.

A Bozza di Decreto Legge: Caro-energia, ecco le misure del Governo

Roma – Taglio oneri anche sopra 16,5 kW e credito d’imposta per gli energivori (con 1,740 mld € da aste CO2), intervento su prezzi cessione Fer. Poi stretta su frodi Superbonus e potenziamento Commissione Pnrr-Pniec

Sono questi gli interventi del Governo contro il caro-energia contenuti nella bozza del DL Sostegni entrata oggi in Cdm, conclusosi a fine mattinata e preceduto da una riunione della cabina di regia con i capi delegazione della maggioranza (Titolo III).

Tra gli altri interventi di interesse si segnalano una stretta sulle frodi legate al Superbonus e il potenziamento della Commissione Pnrr-Pniec.

Resta invece senza testo un articolo che ha come titolo “Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi”.

Le misure contro il caro energia

Il Titolo III “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica” della bozza prevede “la riduzione degli oneri di sistema per il primo trimestre 2022 per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW”.

In particolare, l’Arera “provvede ad annullare, per il primo trimestre 2022, con decorrenza dal 1° gennaio 2022, le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico”.

Poi c’è la riduzione delle bollette per gli energivori. “Alle imprese a forte consumo di energia elettrica di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 21 dicembre 2017 – si legge nella bozza – i cui costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media dell’ultimo trimestre 2021 ed al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, hanno subìto un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento relativo al medesimo periodo dell’anno 2019, valutato anche tenuto conto di eventuali contratti di fornitura di durata stipulati dall’impresa, è riconosciuto un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sotto forma di credito di imposta, pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2022”.

Le risorse per entrambe le misure (rispettivamente 1,2 mld € e 540 mln € per il 2022) sono coperte dai proventi delle aste CO2.

Ulteriore intervento è poi quello sull’elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili.

Si prevede in particolare l’applicazione a partire dal 1° febbraio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 di un meccanismo di compensazione a due vie sull’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di tariffe fisse derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato, nonché sull’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonte idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione tariffaria per differenza.

A tal fine il Gse calcola la differenza tra un prezzo di riferimento pari alla media dei prezzi zonali orari registrati dalla data di entrata in esercizio dell’impianto fino al 31 dicembre 2020 e il prezzo zonale orario di mercato dell’energia elettrica.

Qualora la differenza sia positiva, il Gestore eroga il relativo importo al produttore. Se negativa, “il Gse conguaglia o provvede a richiedere al produttore gli importi corrispondenti”. L’attuazione dovrà essere disposta dall’Arera entro trenta giorni, con apposito fondo istituito presso la Csea a riduzione del fabbisogno a copertura degli oneri di sistema.

Le disposizioni non si applicano all’energia oggetto di contratti conclusi prima della data di entrata in vigore del decreto, a condizione che non siano collegati all’andamento dei prezzi dei mercati spot dell’energia e che, comunque, non siano stipulati a un prezzo medio superiore del 10 per cento rispetto al valore medio precedentemente citato.

Come detto, nel testo figura anche un articolo privo di testo dal titolo “Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi”.

Le altre misure di interesse

Sul fronte Commissione Tecnica Pnrr-Pniec, è previsto un potenziamento “al fine di accelerare ulteriormente i processi autorizzativi degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e incrementare il livello di autosufficienza energetica del Paese”.

In particolare, i componenti dovranno svolgere tale attività a tempo pieno e fino a un massimo di 6 potranno coincidere con quelli della Commissione Via-Vas.

Inoltre, “quanto previsto dall’articolo 73, comma 2, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, si applica anche ai lavori istruttori svolti dai Commissari nell’ambito delle Sottocommissioni e dei Gruppi istruttori”.

La Commissione è inoltre affiancata da “un contingente di quattro unità del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri”.

Riguardo alla stretta contro le frodi sui bonus edilizi, compreso il Superbonus, la bozza prevede che il credito di imposta sia cedibile una sola volta. Per i crediti già oggetto di cessione al 7 febbraio si potrà procedere con una sola ulteriore cessione. I contratti che violeranno le nuove norme saranno considerati nulli.

All’art. 9 bis c’è poi il “Piano transizione 4.0” secondo cui “per la quota superiore a 10 milioni di euro degli investimenti inclusi nel Pnrr, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica individuati con decreto del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro della Transizione ecologica e con il ministro dell’Economia e delle finanze, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 5 per cento del costo fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro”. A tal fine “è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro annui”.

Le bioenergie nell’Ue hanno numeri che esigono più attenzione dalle politiche energetiche

Il 57,4% dei consumi di energia da rinnovabili nell’Ue; l’11% dei consumi energetici totali e appena il 3,4% di dipendenza dall’import; oltre 700mila occupati e riduzione delle emissioni. Ma il settore è poco sostenuto dalla politica.

Pochi sanno che la bioenergia oggi costituisce nell’Unione europea il 57,4% dei consumi di energia da fonti rinnovabili e che, nonostante la sua costante crescita dal 2000, ha un livello di dipendenza dalle importazioni molto basso (circa il 3,4%), soprattutto se confrontato con quello dei combustibili fossili come il petrolio (al 95%) o del gas (all’84%).

Sul mix energetico totale, le bioenergie coprono il 10,7% del totale e sembra dunque chiaro che non vadano marginalizzate nelle politiche energetiche che puntano al contenimento dei gas serra e vanno nella direzione di un’economia carbon neutral.

Molti dati sono forniti dall’ultimo rapporto statistico di Bioenergy Europe (allegato sintesi in basso) che fornisce numeri molti dettagliati sul mercato europeo delle bioenergie: oltre 150 grafici e figure, che danno un quadro sul sistema energetico dell’Ue, dei consumi finali di energia della biomassa per calore ed elettricità, del numero di impianti a biogas in Europa, del consumo e commercio di pellet, della capacità di produzione di biocarburanti e altre informazioni che potrebbero essere di aiuto anche per i decision maker.

In sintesi, si forniscono dati che spiegano come la biomassa sia la più importante fonte di energia autoctona in Europa, fin dal 2016 davanti ai combustibili fossili. E inoltre la produzione di energia primaria da fonti rinnovabili è l’unica in aumento nell’UE27, guidata appunta dalla biomassa e poi dall’eolico.

Secondo il rapporto, le bioenergie rappresentano una soluzione oggi già disponibile per soddisfare i settori che sono più in ritardo nel processo di decarbonizzazione o dove non sono disponibili altre opzioni come ad esempio i trasporti, e in particolare l’aviazione e il settore marittimo.

Le biomasse sono oggi inoltre una delle più importanti opzioni per il riscaldamento residenziale, ma anche per i consumatori industriali.

In questo grafico l’evoluzione della produzione primaria di energia da fonte rinnovabile dal 2000.La bioenergia, utilizzando soprattutto risorsa locale, riesce in Europa a sviluppare una catena di approvvigionamento con basi molto solide, così da consentire la creazione di molti posti di lavoro: è infatti la fonte rinnovabile che coinvolge più occupati diretti e indiretti, circa 708.600 nei comparti delle biomasse solide, dei biocarburanti, del biogas e dei rifiuti urbani rinnovabili.

Nel 2018 il suo il giro d’affari è stato stimato nell’Ue e nel Regno Unito in 57,6 miliardi di euro. L’industria europea delle bioenergie è inoltre molto competitiva a livello globale e ha una leadership in termini di tecnologia e di processi di sviluppo; esporta attrezzature e componentistica avanzata e si è dimostrata particolarmente resiliente alle diverse interruzioni delle catene di valore internazionali.

Secondo il report, nel 2019 la bioenergia ha permesso per risparmiare nell’Ue27 circa 285 MtCO2eq pari all’8,5% delle emissioni dell’anno (un quantitativo che corrisponde alle emissioni annuali della Spagna).

Cosa andrebbe fatto per lo sviluppo delle bioenergie in Europa?

Sebbene la biomassa/bioenergia sia l’unico combustibile che deve rispettare severi requisiti di sostenibilità e a cui viene richiesta la completa tracciabilità nella filiera, non è un comparto appoggiato da un quadro politico che è spesso in continua evoluzione e che andrebbe stabilizzato. Un cambiamento delle regole che ha infatti come conseguenza di scoraggiare gli investimenti nel settore.

Un’eliminazione graduale del sostegno per tutti i combustibili fossili, a favore delle rinnovabili, soprattutto negli usi del riscaldamento darebbe ad esempio un forte segnale anche al comparto delle bioenergie: le direttive sulla tassazione dell’energia (ETD) e sul sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (EU ETS) per gli edifici sarebbe un passaggio importante, anche per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050.

Fonte: QualEnergia.it