Comunità dell’Energia rinnovabile: l’Europa si incontra a Tirano!

Tirano – Si è svolta oggi a Tirano la prima giornata del semester meeting del Progetto europeo BeCOOP, di cui FIPER è “pilot partner” per l’Italia. Una delegazione europea composta da un pool di organizzazioni internazionali (White Research dal Belgio, Goiener e CIRCE dalla Spagna, ESEK, CERTH e Q-PLAN International dalla Grecia, Copenhagen Business school dalla Danimarca, OBS e WUELS dalla Polonia, SEV dall’Italia Sud Tirolo e IEECP dall’Olanda) si è riunita nelle sale dell’Ecomobility Hotel Curt di Clement per fare il punto dell’attività svolta dai partner nell’ultimo semestre e sulle buone prassi da mettere in campo per promuovere fattivamente le comunità delle bioenergie nelle zone montane.

La scelta di organizzare il semester meeting con tutti i partner europei del progetto proprio a Tirano è nata a Bruxelles, durante l’incontro di valutazione e monitoraggio del progetto stesso, alla presenza della Commissione europea” dichiara il project manager BeCOOP Dimitrios Chapizanis, di White Research. “L’esperienza volta a sviluppare una comunità dell’energia nei comuni di Tovo, Mazzo e Lovero a partire dalla valorizzazione della filiera legno-energia locale è un punto di riferimento per tutti i partner europei. Il progetto BeCOOP è di estrema attualità, perché ha l’obiettivo di favorire l’autonomia energetica dalle fonti fossili nelle aree interne, attraverso la valorizzazione dei residui legnosi presenti sui vari territori: in Polonia l’impiego di paglia per la produzione di agri-pellet, in Spagna la sperimentazione di “cippatino” in mini reti di teleriscadamento e in Grecia l’uso dei residui della lavorazione del caffè come biocombustibile”.

Attualmente le bioenergie in Europa rappresentano il 60% della quota di energia rinnovabile, ricoprendo il 13% del mix energetico e generando quasi un milione di posti di lavoro. In Italia contribuiscono al 43% della produzione rinnovabile e all’8% dei consumi totali.

La filiera biomassa-energia, in Italia, in questi anni ha permesso di ricominciare a “coltivare” i boschi abbandonati: la biomassa prelevata di bassa qualità non avrebbe avuto altro sbocco commerciale se non quello energetico. L’impiego energetico ha permesso di iniziare ad attuare una gestione forestale sostenibile nel suo complesso, visto l’attuale valore economico della biomassa. Diverse esperienze in Lombardia, in provincia di Bolzano, in Piemonte e in provincia autonoma di Trento hanno dimostrato che l’attività di prelievo per la gestione forestale ha favorito interventi di prevenzione rischi frane, idrogeologici e incendi. La maggioranza dei progetti di teleriscaldamento a biomassa legnosa vergine rientra nelle misure regionali per la gestione forestale e presidio del territorio.

A partire dall’esperienza maturata in questi anni, il Progetto BeCOOP ha la finalità di promuovere la costituzione di reti di teleriscaldamento a biomassa nell’ottica di formare delle vere e proprie comunità dell’energia in cui I clienti-utenti sono anche fornitori di materia prima (biomassa legnosa).

A riguardo, dal sondaggio promosso da FIPER in collaborazione con il Politecnico di Milano è emerso un forte interesse nei confronti dell’iniziativa: circa il 50% degli intervistati dichiara infatti di essere favorevole all’allacciamento ad un futuro impianto di teleriscaldamento e il 45% è potenzialmente interessato, con una scelta subordinata alla competitività del servizio. Altro dato interessante riguarda i proprietari di boschi privati: il 56% del campione dispone di boschi di proprietà e di questi l’87% dichiara di essere disponibile a vendere la propria biomassa alla futura rete di teleriscaldamento.

Lo scenario di potenza stimata a partire dall’analisi delle utenze (domanda di calore potenziale) si attesta tra i 4 e i 6 MW termici di potenza installata presso la centrale e 400 kW di potenza elettrica.  Per riscaldare i tre comuni, attraverso la rete, si è stimato un quantitativo di biomassa legnosa tra le 3.000 e le 4.000 ton/annue, per un valore monetario corrispondente di circa 200.000/250.000 euro (al prezzo attuale del cippato), risorse che rimarrebbero sul territorio a favore dell’economia e dello sviluppo locale.

Commenta il presidente FIPER Walter Righini: Siamo soddisfatti della risposta della cittadinanza in merito all’interesse per l’iniziativa, a testimonianza che in questo momento storico è fondamentale valorizzare le risorse locali disponibili sui nostri territori montani tra cui le biomasse legnose e l’idorelettrico, se vogliamo ridurre la dipendenza da altri Paesi, contrastare il caro-energia e promuovere lo sviluppo locale. Così come avviene in altri comuni italiani (es: Piombino), chiediamo al Governo che anche i territori montani ove viene prodotta l’energia possano accedere a prezzi calmierati”.

Sono intervenuti anche il sindaco di Tovo Giambattista Pruneri, il sindaco di Mazzo Franco Saligari e la sindaca di Lovero Annamaria Saligari, i quali sono impegnati attivamente nel promuovere l’iniziativa sul territorio attraverso azioni di sensibilizzazione e conoscenza delle buone pratiche della filiera bosco-legno-energia già avviate in Valtellina e in altri territori alpini.

Giambattista Pruneri: “Siamo fieri che i comuni del Mortirolo, conosciuti principalmente per il ciclismo, siano stati coinvolti nel progetto BeCOOP. Per i nostri comuni, che non dispongono di risorse sufficienti per sviluppare una filiera locale bosco-legno-energia, il supporto del progetto BeCOOP ci sta permettendo di valutare con dati alla mano la fattibilità di avviare una rete di teleriscaldamento sovracomunale a partire della gestione del patrimonio boschivo pubblico e di quello dei nostri cittadini

Annamaria Saligari: “La tromba d’aria della scorsa estate ha evidenziato l’urgenza di intervenire da parte delle amministrazioni pubbliche in interventi di prevenzione del rischio idrogeologico e di frane. Avviare la filiera dell’energia ci permetterà di provvedere alla manutenzione e cura dei nostri boschi. Sono molto soddisfatta della sensibilità mostrata dai nostri cittadini proprietari di boschi, i quali hanno manifestato un estremo interesse nel poter essere coinvolti nella definizione della filiera di approvvigionamento”.

Franco Saligari:I prossimi mesi saranno cruciali per definire il modello di business e governance della futura rete. Sono fiducioso a partire dai riscontri avuti sinora sul territorio. Certo, ci rendiamo conto che il progetto è estremamente ambizioso e richiede un’ampia partecipazione e coinvolgimento da parte di tutti i cittadini dei tre comuni”.

I lavori del meeting proseguiranno domani, mercoledì 9 novembre, con la visita dei partner all’impianto di teleriscaldamento TCVVV di Tirano – associato FIPER – e con una visita guidata sul versante montano verso Poschiavo, a cura dell’associazione Ambiente Valtellina ETS che spiegherà ai partecipanti le peculiarità delle foreste e dell’economia di montagna.

Lettera Fiper al nuovo governo

Il nuovo Governo si troverà subito a fronteggiare sfide molto impegnative e urgenti in campo ambientale, come l’emergenza energetica e il cambiamento climatico: per questo FIPER vuole porgere i propri migliori auguri di buon lavoro, affinché l’Italia sia pronta a farvi fronte e a dare il proprio contributo in tema di diversificazione energetica e tutela del patrimonio boschivo, due fattori che hanno, oggi più che mai, bisogno l’uno dell’altro.

Entrano in vigore le restrizioni sui riscaldamenti, ma non per il teleriscaldamento a biomassa legnosa

È di ieri la notizia che il ministro della Transizione Ecologica ha firmato il decreto che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti di riscaldamento alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale.

Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio.

Tutte queste restrizioni non riguarderanno i clienti connessi alle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa dal momento che non usano gas e sono quindi slegati e indipendenti dalla forte fluttuazione del mercato attualmente in corso e influenzata dalla crisi internazionale” precisa Walter Righini, Presidente di FIPER, commentando la notizia. “Non solo: nonostante la grave crisi energetica che stiamo vivendo, come imprese e come famiglie, i cittadini che hanno scelto di allacciarsi ai nostri impianti alimentati a biomassa legnosa vergine vedranno per il prossimo inverno gli importi delle loro bollette rimanere pressoché invariati – o nella peggiore delle ipotesi, con un incremento dal 5 al 10% dato dall’aumento del prezzo del cippato – e potranno quindi affrontare i mesi freddi con tranquillità, grazie all’indipendenza energetica dal gas russo”.

Appello alla comunità scientifica per la gestione sostenibile delle foreste

Tramite Bioenergy EU di cui FIPER è parte abbiamo avviato una campagna nel mondo accademico/universitario di sottoscrizione di una lettera che invita la Commissione EU a promuovere fattivamente la gestione sostenibile forestale attraverso l’impiego a cascata del legno nella filiera energetica.

Obiettivo: dimostrare che l’introduzione della nuova definizione di biomassa primaria,  non va nella direzione di promuovere la gestione forestale sostenibile.

La direttiva passerà al vaglio del cosiddetto “trilogo”, il negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento per definire il testo finale, che quindi potrà subire ulteriori modifiche rispetto alla versione attuale.

Pertanto nell’ottica di aumentare la rappresentatività del mondo accademico italiano e la promozione della gestione sostenibile forestale, vi chiederei di aderire all’iniziativa e far circolare all’interno della rete di “scienziati/accademici” italiani; un maggior sostegno dall’Italia sarebbe ottimo per creare un equilibrio in termini di firme.

La lettera è stata attualmente siglata da 376 firme e sottolinea il fatto che la gestione sostenibile delle foreste è essenziale per la protezione del clima e la produzione di legname, l’economia circolare e l’emergenza energetica in atto.

Di seguito il link: Petitions.net – Signatures – Science Letter Forestry

Insieme possiamo fare la differenza!

FIPER Patrocinatore della 7° edizione del Digital Italy Summit

Appuntamento per martedì 18 ottobre: dalle ore 11:30 alle ore 18:30, al Centro Congressi Roma Eventi Fontana di Trevi, si terrà la 7° edizione del Digital Italy Summit, che farà da cornice al Blue & Green Transition Summit. FIPER sarà Patrocinatore dell’evento.

L’agenda dei lavori si articolerà in 5 sessioni che approfondiscono temi specifici: Twin trasformation | trasformazione digitale sostenibile | PNRR | Smart City | Banche Sostenibili e Finanza per un’economia Net Zero grazie all’intervento e al contributo di relatori autorevoli autorevoli

Il Summit si rivolge ai decisori in materia di #sostenibilità e #informationtechnology: CIO, Innovation Managers, #CSR Manager, CTO, CEO, Imprenditori.

Prenota il tuo posto in sala: REGISTRAZIONEPer iscriverti, usa il codice FIPER22

L’evento è gratuito, previa conferma della segreteria. 

 

Consulta il programma completo:  AGENDA

Board Bioenergy EU – Priorità: Modifica della RED 3 che ostacola la bioenergia e una comunicazione che abbatta pregiudizi infondati

Milano – Si è concluso ieri l’incontro del Board (CdA) di Bioenergy EU a Praga presso la sede di ABIOM, Associazione Biomassa Repubblica Ceca. Vanessa Gallo, segretaria generale Fiper, al tavolo in rappresentanza del settore italiano.

Due le direttrici principali sulle quali il board ha deciso di intraprendere una azione ancor più incisiva: l’azione di lobby politica per eliminare le barriere normative che impediscono alle biomasse di svolgere al pari delle altre fonti rinnovabili un ruolo da protagoniste della svolta energetica e dall’altro una campagna di comunicazione dedicata “Bioenergy: keeping Warm Europe!”

Se da un lato le famiglie, le imprese decidono a fronte dell’emergenza energetica di sostituire il gas con l’impiego delle bioenergie su tutti i territori degli Stati Membri, il Board ha ribadito l’urgenza di intervenire a livello di Stati Membri e sugli europarlamentari sui recenti provvedimenti europei che sfavoriscono lo sviluppo delle bioenergie.

In particolare, Bioenergy EU ritiene azione prioritaria intervenire per conseguire l’eliminazione della definizione di “biomassa primaria all’interno della Direttiva RED 3 che rischia di rendere complicato l’approvvigionamento di biomassa per i sistemi di teleriscaldamento e l’innalzamento dall’attuale definizione di 7,5 MW a 10 MW della taglia degli impianti a biomassa, con la conseguenza di lasciar fuori tanti impianti di dimensioni ridotte (che producono elettricità, riscaldamento e raffrescamento) i quali invece servono il loro territorio all’interno di una virtuosa filiera corta di sviluppo locale.

Un’altra urgenza in vista del prossimo Consiglio europeo del 30 settembre 2022 la proposta di estendere l’esenzione alle bioenergie per l’applicazione del CAP di 180 euro/MWh già previsto per il biometano.

Bruxelles propone questo price cap per i ricavi delle società energetiche con costi di produzione bassi. Peccato, che il costo di produzione di un kilowattora da biomassa è decisamente superiore al fotovoltaico e/o eolico.

L’esenzione di applicazione del Cap alle bioenergie è finalizzata ad evitare di ostacolare lo sviluppo e il consolidamento della filiera biomassa-energia europea, unica fonte programmabile e flessibile nel panorama delle FER (vedasi lettera Bioenergy ed EBA).

Il board ha inoltre ribadito l’importanza di una comunicazione efficace che vada nella direzione di:

  • abbattere i pregiudizi ancora esistenti sull’energia da biomassa, alla quale attribuiscono, sbagliando, il rischio di disboscamento o di inquinamento da polveri sottili;
  • diffondere dati scientifici a supporto dell’uso delle biomasse attraverso un documento già redatto e firmato da diversi accademici e scienziati sull’opportunità economica e ambientale di investire sulle bioenergie;
  • far conoscere ai media e al grande pubblico le tante best pratice presenti sul territorio che già rappresentano in concreto la dimostrazione di come il teleriscaldamento a biomassa possa rappresentare una soluzione a portata di mano per risolvere, in un solo colpo, problemi di approvvigionamento energetico, di indipendenza energetica e infine di sostenibilità ambientale, di sicurezza e stabilità economica.

L’assemblea plenaria del Parlamento Europeo riconosce le biomasse come una fonte rinnovabile chiave per il nostro approvvigionamento futuro di energia sostenibile

Forte preoccupazione invece per la mancanza di incentivi per l’impiego di biomassa legnosa primaria.

Bruxelles – Bioenergy Europe accoglie con favore la revisione della Direttiva sull’Energia rinnovabile REDIII fatta dal Parlamento Europeo, anche se la nuova definizione di biomassa legnosa primaria (*) solleva ancora qualche preoccupazione.

Oggi il Parlamento Europeo ha ufficializzato la sua posizione su due aspetti chiave per il settore delle bioenergie: la Energy Efficiency Directive (EED) e la Renewable Energy Directive (RED). Nei propri sforzi per aumentare le ambizioni europee in materia di energia e clima, il Parlamento ha votato per un obiettivo più alto di rinnovabili, con lo scopo di raggiungere il 45% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. Se dovremo raggiungere questo target, la richiesta di biomassa diventa dunque più importante che mai. Siamo inoltre soddisfatti della decisione del Parlamento di continuare a includere nel calcolo tutte le biomasse per produzione di energia, comprese le biomasse legnose primarie, per il raggiungimento dell’obiettivo di energia da fonti rinnovabili.

Al di là dunque del risultato positivo, il testo adottato presenta ancora alcuni aspetti preoccupanti come la mancanza di incentivi per la biomassa legnosa primaria (PWB). Questa nuova misura renderà infatti la biomassa legnosa primaria l’unica fonte rinnovabile non elegibile per misure di sostegno, creando così uno squilibrio rispetto alle altre soluzioni, decisione non accettabile. Comparando i sussidi per unità di energia prodotta, emerge che  le biomasse ricevono molti meno contributi rispetto alle altre fonti rinnovabili, senza contare quelli per le fonti fossili. Dato che le energie sostenibili (tra cui le biomasse legnose vergini) sono approvvigionate, prodotte e distribuite quasi esclusivamente all’interno dell’Europa, i sussidi che il settore ha ricevuto fino ad ora hanno permesso di creare posti di lavoro di medio e lungo periodo e la re-distribuzione del reddito sul territorio EU. Eliminare questi sussidi senza eliminare quelli per le fonti fossili significherebbe dare al mercato un segnale preoccupante verso il rallentamento della decarbonizzazione.

Oltre a tutto ciò, il Parlamento ha stabilito un tetto alle quote di PWB relative a tutta la biomassa impiegata, che dovrebbe essere limitata alla quota di PWB dal 2017 al 2022. Il tetto e la riduzione graduale sarebbero controproducenti in una fase in cui abbiamo bisogno di mobilitare tutte le nostre risorse disponibili. “Riuscire a realizzare la transizione energetica e a diventare energeticamente più indipendenti è possible solo se non limitiamo alcuna energia rinnovabile, per pregiudizio culturale. I decisori dovrebbero affidarsi e deliberare in base ai dati e all’evidenza scientifica. Come già indicato dalla Strategia Europe forestale, la biomassa primaria deriva da pratiche di gestione sostenibile delle foreste, funzionali a mitigare il cambiamento climatico” dichiara Jean-Marc Jossart, Segretario generale di Bioenergy Europe.

Limitare l’uso di una fonte di energia rinnovabile, quale la biomassa legnosa vergine, è in netto contrasto con gli obiettivi della Commissione Europea di intensificare l’impiego delle energie rinnovabili (possibilmente a km zero) e raggiungere gli ambiziosi obiettivi previsti dal Green Deal. Questa incomprensibile limitazione influirebbe su tutta la filiera, a partire dai proprietari dei boschi. Infatti la filiera biomassa-energia permette di gestire e garantire la manutenzione sostenibile dei boschi, altrimenti inutilizzati. Senza l’attività di gestione, i boschi non riuscirebbero nemmeno a garantire la propria funzione di assorbimento del carbonio. Confidiamo nell’evoluzione della definizinoe di biomassa legnosa primaria così che vengano prese in considerazione le parole dell’influente scienziato del clima, il Prof. Michael Obersteiner e del Commissario europeo Frans Timmermans, che hanno dichiarato “senza le biomasse, non raggiungeremo l’obiettivo dei 1,5°C gradi”.

La Direttrice delle politiche di Bioenergy Europe Irene di Padua commenta così il voto: “Il risultato di oggi è un chiaro segnale che le biomasse sono e continueranno ad essere una parte del futuro delle rinnovabili europee, e ne siamo soddisfatti. Tuttavia, la proposta di non riconoscere incentivi sull’energia derivante dalle biomasse legnose primarie sarebbe una grave perdita per il Sistema economico europeo, dal momento che le biomasse legnose primarie rappresentano il 20% del totale del mix energetico di rinnovabili della EU e soprattutto garantiscono il presidio dei territori periferici. Considerando l’effetto che ciò produrrebbe sul territorio non solo nella filiera legno energia ma anche in termini di sviluppo locale e di sicurezza energetica della EU, sarà priorità di Bioenergy Europe fare in modo che l’impiego delle biomasse beneficino degli incentivi legati alla produzione di energia da fonti rinnovabili”, anche perché, come ben evidenziato oggi dal relatore Markus Pieper durante la conferenza stampa “abbiamo bisogno di biomassa legnosa per produrre energia per realizzare la transizione energetica”.

 

(*)Tutto il legname abbattuto o comunque raccolto e rimosso. Comprende tutto il legno ottenuto dale rimozioni, per esempio dale foreste e da alberi fuori dale foreste, inclusi alberi recuperati per morte naturale. Include tutti gli alberi rimossi con o senza corteccia, elberi rimossi nella loro forma tonda o a pezzi, rozzamente squadrati o in alter forme, come rami, radici, ceppi e nodi (dove questi sono raccolti) e anche legno che sia stato vagamente formato o appuntito.

 

FIPER al presidente Fedriga: puntiamo sulla filiera biomasse/biogas/biometano

Rinnovabili a km zero, l’invito a regione FVG di favorire l’impiego di sottoprodotti e creare le condizioni per ottimizzare la logisitica

Trieste 9 settembre 2022 – Si è tenuta stamane nella prestigiosa sede di Piazza Unità d’Italia a Trieste un incontro tra le associazioni di categoria, il presidente Fedriga, gli assessori alle attività produttive Bini e all’ambiente Scoccimarro della Regione Friuli-Venezia Giulia per un confronto sull’emergenza energetica.

Vanessa Gallo, segretaria nazionale FIPER, ha sottolineato l’importanza di promuovere fattivamente a livello regionale l’impiego delle biomasse agricole, forestali, provenienti dalla manutenzione del territorio a fini energetici. Misure specifiche per promuovere sistemi di autoconsumo per le piccole e medie imprese, favorire fattivamente la messa in atto dell’economia circolare. Ciò significa semplificare i procedimenti e gli iter autorizzativi e soprattutto fare in modo che si attuino politiche a favore della manutenzione del territorio.

Investire quindi in logistica, aumentare i prelievi legnosi derivanti dalla gestione sostenibile del patrimonio boschivo e dalla manutenzione del verde pubblico. Altra filiera di estremo interesse quella agricola, per la produzione di energia elettrica, digestato e biometano.

In tempo di emergenza, la prima misura da attuare è il risparmio, la seconda valorizzare ogni singola risorsa disponibile sul territorio.

Fiper ha portato all’attenzione del presidente Fedriga che il prezzo dell’energia termica erogata dai gestori del teleriscaldamento è stabile per la prossima stagione invernale. Un segnale incoraggiante; l’invito a livello regionale di favorire anche con le misure FEARS o del PSR l’avvio di nuove reti o le estensioni delle esistenti, come già attuato dalla provincia di Bolzano e da alcuni Comuni montani delle Valli di Lanzo, in Piemonte, che stanno convertendo il riscaldamento delle utenze pubbliche da gas/metano all’impiego di cippato e/o legna. 

Teleriscaldamento a biomassa: autunno al caldo e prezzi stabili!

Milano – In questi giorni di accesa campagna elettorale, in cui il tema dell’energia tocca direttamente le tasche degli italiani e il futuro delle imprese, arrivano buone notizie dai gestori del teleriscaldamento a biomassa associati a FIPER.

Segnala a riguardo Walter Righini, presidente FIPER: “da un’indagine condotta in questi giorni presso i nostri 96 gestori di sistemi di teleriscaldamento alimentati a biomassa legnosa vergine, il prezzo del riscaldamento per la stagione invernale 2022-2023 rimane nella stragrande maggioranza dei casi stabile o con aumenti limitati e comunque non superiori al 5-10%” per compensare in particolare l’aumento del prezzo della legna”.

Questi dati testimoniano l’importanza del valore del teleriscaldamento, inteso come strumento per valorizzare le risorse rinnovabili – biomasse, geotermia, calore di scarto – presenti sul territorio per produrre energia termica ed elettrica in cogenerazione a kilometro zero.

All’informazione negativa e dilagante dei gravi rincari del servizio del teleriscaldamento soprattutto in ambito urbano, precisiamo che si tratta di impianti alimentati a gas e non alimentati a fonti rinnovabili!

Non è un caso che in Germania per far fronte al caro energia e proporre soluzione di ampio respiro, il governo abbia destinato circa 2,98 miliardi di euro a nuove reti di teleriscaldamento green e all’estensione delle reti già esistenti.

Anche il Governo svizzero si sta muovendo in tale senso, investendo diversi miliardi di franchi in nuove reti di teleriscaldamento rinnovabile per ridurre la dipendenza dal gas.

Roma invece con il PNRR ha destinato esclusivamente 0,2 miliardi di euro sulla promozione di sistemi di teleriscaldamento efficiente.

Puntare sull’impiego della legna di cui l’Italia è ricca, non rappresenta un passo indietro, anzi!

Diverse imprese manufatturiere hanno iniziato a investire nella produzione e autoconsumo di energia da biomassa o pellet per far fronte all’aumento della bolletta energetica e poter rimanere competitive sui mercati internazionali. Sul fronte pubblico, comuni montani stanno valutando di passare dal metano all’impiego delle biomasse.

Chiediamo quindi al Governo di ridurre l’IVA dal 10% al 5% per promuovere ulteriormente il teleriscaldamento a biomassa. Attualmente invece tale riduzione è prevista esclusivamente per gli impianti domestici alimentati a gas.

Conclude Righini: “I boschi stanno entrando nelle nostre case, a causa del loro abbandono e della mancata gestione negli ultimi decenni! E dire che le biomasse rappresentano il primo serbatoio di accumulo di energia a costo zero, disponibile in gran quantità sul territorio nazionale. Un’importante risorsa per promuovere fattivamente la transizione ecologica, partecipare a ridurre il costo delle bollette, stimolare lo sviluppo locale e la gestione dei territori montani e periferici. Oltre alla diversificazione di approvvigionamento di gas o alla riapertura delle centrali a carbone, iniziamo ad impiegare i prodotti, ad oggi scarsamente utilizzati, che abbiamo in casa”.